Rovesciamo il bicchiere
mercoledì, luglio 15, 2009
Mia nonna era una gran cuoca. E si vedeva, giacché era una donna monumentale.
Una cuoca di quelle napoletane all’antica, che cucinavano con la sugna (lo strutto) ed erano capaci di curare un ragù amorevolmente per due giorni, che si impuntavano con i negozianti per ottenere il meglio: il giusto taglio di carne, i giusti pomodori, e se ogni cosa non era come doveva essere prendevano cappello e cambiavano fornitore. Devo aver preso da lei ;-)
Queste pizzette fritte sono un suo ricordo, e continuano ad essere presenti in casa mia. So che anche altre famiglie napoletane le conoscono e le preparano. Questa è la versione di mia nonna, e oggi la mia.
Una cuoca di quelle napoletane all’antica, che cucinavano con la sugna (lo strutto) ed erano capaci di curare un ragù amorevolmente per due giorni, che si impuntavano con i negozianti per ottenere il meglio: il giusto taglio di carne, i giusti pomodori, e se ogni cosa non era come doveva essere prendevano cappello e cambiavano fornitore. Devo aver preso da lei ;-)
Queste pizzette fritte sono un suo ricordo, e continuano ad essere presenti in casa mia. So che anche altre famiglie napoletane le conoscono e le preparano. Questa è la versione di mia nonna, e oggi la mia.
Ai tempi, i coppapasta erano sconosciuti, e per ritagliare la pasta si usava un bicchiere rovesciato. Da qui il nome con il quale abbiamo sempre chiamato queste pizzette.
Buonissime appena fritte, si possono consumare anche fredde (non di frigo, però). Gli ingredienti sono molto tradizionali. A chi volesse sperimentare altre versioni, suggerisco di omettere i salumi e aggiungere un po’ di timo fresco e buccia di limone grattugiata al ripieno.
Pizzette col bicchiere
Per la pasta:
500 g di farina
un uovo
70 g di burro
sale
acqua
un uovo
70 g di burro
sale
acqua
Per il ripieno:
500 g di ricotta romana
300 g di provola fresca affumicata
salame napoletano o prosciutto cotto a dadini
parmigiano grattugiato
un uovo
sale, pepe
300 g di provola fresca affumicata
salame napoletano o prosciutto cotto a dadini
parmigiano grattugiato
un uovo
sale, pepe
Per la pasta, impastare tutti gli ingredienti aggiungendo a poco a poco acqua fino ad ottenere un impasto elastico e omogeneo. Stendere la pasta ad uno spessore di mezzo centimetro e anche meno.
Schiacciare la ricotta con una forchetta mescolandola all’uovo, al parmigiano, sale e pepe. Tagliare la provola e il salame (o il prosciutto) a dadini e unirli alla ricotta.
Disporre dei mucchietti di ripieno sulla pasta, distanziati. Ritagliare con un bicchiere rovesciato dei dischi di pasta con il ripieno al centro, piegare i dischi a metà, ottenendo delle mezzelune. Sigillare bene i bordi con una forchetta. Friggere le pizzette in olio profondo.

Questa ricetta partecipa al contest “Sapore di sfida 3 – Ricette sotto l’ombrellone” di Giallo Zafferano

16 commenti
Ma devono essere ottime!!!!! non ne ho mai mangiate di simili.. baci baci :-))))
RispondiEliminaVeramente buone, ne mangerei una adesso volentieri...le ricette delle nonne sono tutta un'altra cosa!!
RispondiEliminabellissima la ricetta...emana il caratteristico profumo di "cose buone"...
RispondiEliminacaspita mica posso perdermi questa bontà!!! me la segno!! ciaoooo
RispondiEliminaI vecchi metodi restano sempre i migliori! Perfette nella forma e nel colore, che buone!
RispondiEliminaGiovà, devo vedere se mia madre ha conservato il racconto originale pubblicato su cucinait secoli addietro
RispondiEliminaecco appunto...io ho fame e la bilnacia piange..non potete mostrarmi certe cose:DD
RispondiElimina@Claudia, in effetti una tira l'altra...
RispondiElimina@Manuela, purtroppo mia nonna non aveva ricettari da lasciarmi, perciò si conservano solo le sue ricette che mia madre ha continuato a preparare.
@Roby, ciao! Sapevo che questa ricetta sarebbe stata di tuo gusto!
@Federica, fammi sapere, sempre che tu non sia come me, che segno, segno e poi non riproduco! ;-)
@Tania, sì: il bicchiere svolge benissimo la funzione :-)
@Lydia, non mi pare ci fosse un racconto, ma posso sbagliare.
@Genny, io la bilancia l'ho buttata anni fa...
sono davvero molto molto originali ;)
RispondiEliminaSul fatto che tu sia pignola e che non ti va mai bene niente posso pure convenire ma sul fatto della gran cuoca... mmmmmhhhhh..... hahahahahaha
RispondiEliminaStrepitose ! e il ripieno è fantastico :-D
Viva le ricette delle nonne :-D
Un panzerotto sotto l'ombrellone lo mangerei volentieri :)
RispondiEliminaDa noi si usa farli con mozzarella e pomodoro o carne (,mmm non mi piacciono :() ma nell'impasto non c'e' l'uovo, che invece mi sembra una buona idea :)
Non li ho mai fatti alla "campana" mi sa che prendo spunto da te e dalla tua mitica nonna :))
PS: sara' che l'arte della cucina e' come gli occhi azzurri, salta una generazione??? :P
Un'altra ricetta da provare assolutamente...
RispondiElimina@Mirtilla, il ripieno in realtà è molto "classico", per la cucina napoletana.
RispondiElimina@Jajo, non mi far fare la figura della squarciona (sborona, per chi vive al di fuori della Campania) ;-). Mi sono paragonata a mia nonna solo perché sono una grandissima rompiballe...
@Cibou, lo sai che qui da noi sono i crocchè di patate ad essere chiamati panzerotti? Quanto alle generazioni, mia mamma è sempre stata una buona cuoca, solo che da un po' è diventata pigra e quindi "arronza"...
@Mika, grazie! prova e fammi sapere.
Sfiziose e buonissime, con quell'aria di cose buone di casa!
RispondiEliminaCopiate... le proverò!
Baci :)
ciao sono Paolo, anch'io di origini napoletane vivo da anni a Roma, mi ricordo la nonna quando impastava veloce questi panzarottini e friggeva anche paste cresciute, viste su scatti di gusto da Lisa. Mi piacerebbe gustare anche queste, l'impasto è quello della pizza? Grazie e complimenti al blog, fai sentire il profumo dei vecchi ricordi della mia città.......
RispondiEliminaCiao Paolo, l'impasto per le nostre paste cresciute prevede farina caputo idratata al 80% circa e 7 gr di lievito ogni kg di farina
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