Liwanzen boeme (Sacher 2: la vendetta)
martedì, febbraio 24, 2009
Sì, il libro con le ricette del Caffè Sacher mi ha proprio stregata. Tanto che ho già deciso: la prossima volta che andrò in Austria comprerò l'apposita padella per liwanzen, giacché queste frittelline non dovrebbero avere questa forma (ottenuta mettendo un coppapasta nella padella e versandoci l'impasto dentro).
Le ho servite deviando dalla tradizione che le vorrebbe accompagnate da una composta di prugne e con un filo di caramello sopra.
Io ci ho messo della salsa sciropposa all'arancia e una pallina di gelato alla vaniglia. Anche queste sono quasi prive di zucchero, quindi l'accompagnamento è fondamentale.
Liwanzen boeme
20 g di burro fuso
5 g di lievito di birra (l'ho ridotto; nella ricetta originale ce n'erano 15)
20 g di zucchero
180 ml di latte a temperatura ambiente
130 g di farina setacciata
2 tuorli
2 albumi
semi di un baccello di vaniglia
scorza grattugiata di mezzo limone
un pizzico di sale
burro chiarificato per cuocere le frittelle
zucchero a velo per spolverare
Per la salsa all'arancia:
due arance non trattate
80 g di zucchero
Sciogliere il lievito con lo zucchero nel latte. Lasciarlo riposare per una ventina di minuti al caldo.
Amalgamare al composto di latte e lievito la farina setacciata, unirvi i tuorli, la vaniglia, la scorza di limone, il burro fuso e freddo, il sale. Lasciar lievitare in ambiente caldo fino almeno al raddoppio.
Montare gli albumi a neve a amalgamarli all'impasto.
Scaldare una noce di burro chiarificato in una padella. Appoggiare sul fondo della padella un coppapasta di sei centimetri di diametro e versarvi un mestolino di pastella. Far dorare e poi girare il coppapasta e dorare l'altro lato della frittella.
Servire le liwanzen calde, man mano che vengono cotte, irrorate con un po' di salsa all'arancia e spolverizzate con lo zucchero a velo. Se volete accompagnarle col gelato alla vaniglia, secondo me ci vanno a nozze.
Salsa all'arancia:
tagliare a julienne la buccia delle arance e sbollentarla per tre minuti. Sgocciolarla e asciugarla. Cuocere 80 g di zucchero con due decilitri di succo d'arancia sino ad ottenere un composto sciropposo. Spegnere il fuoco e unire le bucce sbollentate.
Le ho servite deviando dalla tradizione che le vorrebbe accompagnate da una composta di prugne e con un filo di caramello sopra.
Io ci ho messo della salsa sciropposa all'arancia e una pallina di gelato alla vaniglia. Anche queste sono quasi prive di zucchero, quindi l'accompagnamento è fondamentale.
Liwanzen boeme
20 g di burro fuso
5 g di lievito di birra (l'ho ridotto; nella ricetta originale ce n'erano 15)
20 g di zucchero
180 ml di latte a temperatura ambiente
130 g di farina setacciata
2 tuorli
2 albumi
semi di un baccello di vaniglia
scorza grattugiata di mezzo limone
un pizzico di sale
burro chiarificato per cuocere le frittelle
zucchero a velo per spolverare
Per la salsa all'arancia:
due arance non trattate
80 g di zucchero
Sciogliere il lievito con lo zucchero nel latte. Lasciarlo riposare per una ventina di minuti al caldo.
Amalgamare al composto di latte e lievito la farina setacciata, unirvi i tuorli, la vaniglia, la scorza di limone, il burro fuso e freddo, il sale. Lasciar lievitare in ambiente caldo fino almeno al raddoppio.
Montare gli albumi a neve a amalgamarli all'impasto.
Scaldare una noce di burro chiarificato in una padella. Appoggiare sul fondo della padella un coppapasta di sei centimetri di diametro e versarvi un mestolino di pastella. Far dorare e poi girare il coppapasta e dorare l'altro lato della frittella.
Servire le liwanzen calde, man mano che vengono cotte, irrorate con un po' di salsa all'arancia e spolverizzate con lo zucchero a velo. Se volete accompagnarle col gelato alla vaniglia, secondo me ci vanno a nozze.
Salsa all'arancia:
tagliare a julienne la buccia delle arance e sbollentarla per tre minuti. Sgocciolarla e asciugarla. Cuocere 80 g di zucchero con due decilitri di succo d'arancia sino ad ottenere un composto sciropposo. Spegnere il fuoco e unire le bucce sbollentate.
12 commenti
Cose impossibili da fare per me che sono negata...ma non impossibili da provare...sembrano deliziose, anche con le varianti che hai proposto.
RispondiEliminaCiao, a presto
che bella ricetta,
RispondiEliminama è facile da girare il coppapasta?
non si rapprende subito mettendola in padella anche se resterebbe irregolare la forma?
questa ricetta e'una vera chicca che va davevro ben custodita ;)
RispondiEliminaIo appoggio l'acquisto del padellino per liwanzen!
RispondiEliminaAnche se ti dirò, sembrano già così appetitosi... :P
E la rivisitazione sembra ottima!
*
Non li avevo mai sentiti (e visti!!) Ora mi documento pure su questi. Certo che gli austriaci sono proprio imbattibili per questi dolci.
RispondiEliminaCiao
Alex
Sono davvero invitanti, complimenti: quante ne vengono fuori con le dosi che hai indicato? Grazie!
RispondiElimina@Anna, non ci credo che sei negata. Il fatto che io sia qui ad usare il PC (che anni fa ritenevo fosse il mio nemico giurato e non volevo vedere nemmeno dipinto) dimostra che tutti possiamo fare tutto! ;-)
RispondiElimina@Erika, l'impasto è molto liquido e se lo versi direttamente in padella si spande come una crepe. Puoi girare il coppapasta facilmente appena vedi che il pastrocchio non è più del tutto liquido. Non è difficile, dopo che hai sbagliato a girare il primo (è fatale).
@Mirtilla, mi è piaciuta molto la consistenza soffice e "cuscinosa". provale!
@Tartina, giuro che ho provato ad opporre resistenza a questo ennesimo acquisto, ma quando mio marito ha detto: "Devi comprarti la padella" ho capito che contro l'ineluttabile è vano lottare...
@Alex, nonostante la mia affezione per la cucina austriaca, non le conoscevo nemmeno io. Devo andare da Sacher e provarle in loco!
@Barbara, se non ricordo male me ne sono venute otto.
Vedi, mio padre mi ha regalato questo libro lo scorso natale e l'ho solo sfogliato distrattamente. Dici che devo rivalutarlo? Sicuramente c'è da fare la pace col burro ;)
RispondiEliminaUrge padella, sono d'accordo con Stefano
RispondiElimina@Maricler, dipende: se ti piace il genere...
RispondiEliminaA me la cucina austriaca piace, e anche parecchio. Presa a piccole dosi, però.
@Lydia, NON TI CI METTERE PURE TU...
è veramente scoppiata la moda dei dolci stranieri.
RispondiEliminacomunque è allettante, lo proverò
ciao
L
Che bella e che insolita questa ricetta, davvero non l'avevo mai letta. E mi piace molto, come le tue foto che sono davvero tanto belle! Un abbraccio
RispondiElimina